Premessa per una riflessione sulla sconfitta di Tsipras e dei "riformisti" di Giancarlo Memmo


Ho letto sia l'articolo su Huffington che questo "greco" di Rifondazione, qui:

- http://www.huffingtonpost.it/andrea-ranieri/accordo-umiliato-tsipras-europa-popoli_b_7791672.html
(L'accordo non ha umiliato Tsipras, ma l'idea di un Europa dei popoli)

- http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=18959
(Alexsis Tsipras: eroe, traditore, eroe, traditore, eroe)

Mi permetto di non essere d'accordo con entrambi, per il semplice fatto che la scadenza europea per i greci, non era una battaglia di una guerra...ma era "la guerra".

Dovremmo aprire una discussione tra "tattica" e "strategia" e dovremmo dire che l'unica tattica valida è quella che permette di perseguire una strategia utile e l'unica strategia utile è solo quella che si "salda" con una prospettiva reale "umanamente" migliore di quella attuale e sicuramente (per quanto mi riguarda) in grado di ricoprire completamente gli interessi sociali dei più deboli.

Con riferimenti al "riformismo" ( a proposito vale sempre la regola che le riforme si fanno nei momenti di "crescita" economica e le "rivoluzioni" nei momenti di crisi?), mi pare che  si può dire ironicamente che "il rivoluzionario è solo un riformista ben informato", questo per dire che un pò d'acqua nel bicchiere del "bilancio" delle scelte con conseguenze sgradevoli,  se vogliamo la troviamo sempre.

Il militante fa parte di una milizia, quindi è uno "convinto" dove "comunque vada è un successo", ma il militante perde il momento dell'autoriflessione e dell'autocritica, i feedback correttivi della sua azione, e in una prospettiva di lungo periodo può essere utile alla tattica ma credo sia deleterio per la strategia.

Il debito greco non è "saldabile", non c'è riforma o crescita che tenga, lo si può solo "ristrutturare" come dice addirittura il FMI e la Grecia può diventare, anzi già lo è, un "protettorato" dell'Eurogruppo (entità europea che giuridicamente non esiste ma realmente dispone di tutto).
Qui i "riformisti" dovrebbero aprire una discussione del tipo "può una struttura non democratica, forse non troppo rappresentativa, invischiata in processi codecisionali (Commissione-Parlamento-Presidente) poco democratici, LIMITARE LA SOVRANITA' DI STATI DEMOCRATICI?", ecco..
..perchè strutture "euriste" di questo tipo sono molto, ma molto, permeabili a "certi condizionamenti".

Tsipras ha perso perchè non ha rappresentato quell'Oxi del popolo e non ha solo perso la battaglia a Bruxelles ma anche quella nazionale perchè il No lo ha lasciato solo ad Alba Dorata di Ilias Ksidiaris.

Ovviamente capisco che le sconfitte sono orfane al contrario delle vittorie che hanno una pluralità di padri, ma comunque "vanno preparate" e Tsipras ha detto dall'inizio che non usciva dall'euro.
Tuttavia premettendo questa sua fedeltà "eurista", tutto quello che ha messo dopo nel "suo" programma era pura demagogia, propaganda elettorale fraudolenta.

Yanis Varoufakis avrebbe spinto di più e trattato meglio (non avrebbe lasciato la giacca sulla sedia) e avrebbe introdotto una moneta parallela ( i pagherò in euro che adesso piacciono pure a Schauble), una specie di "esco ma non esco" che avrebbe limitato r-e-a-l-m-e-n-t-e le pretese degli usurai.

Ma non a caso la Troika ha chiesto e ottenuto la sua testa.

I riformisti italiani, della galassia Civati & Co., ora dicono che il risultato di Tsipras è migliore di quello che avevamo prima.

Tuttavia la logica politica è pericolosissima, perchè poi alle prossime elezioni greche, quando magari il Paese sarà consegnato all'estrema destra (con contagio negli altri paesi europei), allora poi l'analisi sarà la stessa che il giovane Veltroni, segretario sardo, fece al comitato centrale del PCI, relazionando su un voto elettorale di sconfitta regionale: diceva Veltroni " avevamo i candidati più onesti, quelli più preparati, i migliori militanti hanno fatto una capillare campagna elettorale, il programma era valido....ma le urne non ci hanno premiato". Pajetta disse: "compagno Veltroni, quindi è la situazione che non ci ha capito?!"
Ecco prepariamoci alle analisi dei riformisti, del tipo: è la situazione che non ci ha capito.

Invece, occorre ammettere con tristezza la  "vittoriosa sconfitta",  attualmente siamo al "governo Renzi in Grecia", abbiamo dato consistenza da statista alla Serracchiani che diceva che in Italia lo spazio politico di Syriza è occupato/rappresentato dal PD:
ora è vero !