Rottamazione scuola pubblica, il prossimo step sarà l’abolizione del valore legale del titolo di studio ?



Il titolo di studio, secondo la scienza dell'educazione, è un certificato che attesta l'insieme di conoscenze e competenze apprese nel corso di studi. Le forme con cui viene data certezza pubblica a questo assunto, e garanzia della qualità della formazione secondo canoni socialmente accettati, variano da Paese a Paese a seconda del tipo di ordinamento giuridico, e delle tradizioni scolastiche, accademiche e professionali. Nel dibattito pubblico si parla genericamente e in modo astratto di "possesso di valore legale" da parte del titolo di studio intendendo l'ufficialità, la validità, o una combinazione di entrambe le caratteristiche, o di proprietà riconducibili a tali caratteristiche. Le basi di questo concetto risiedono nei seguenti 2 fatti:
1. una competente Autorità Pubblica introduce o riconosce un determinato titolo di studio come "titolo ufficiale" del proprio sistema di istruzione e di formazione;
2. il conferimento ad una persona di un particolare titolo di studio da parte di una competente autorità scolastica o accademica produce determinati effetti giuridici, individuati dalle situazioni giuridiche soggettive così attribuite al titolare da specifiche norme dell'ordinamento.
È fatto noto che in Italia esista una corrente di pensiero che sostiene da tempo la necessità di procedere all’abolizione del valore legale del titolo di studio, come panacea di tutti i mali. Tale posizione “abolizionista” ha trovato nel passato ( e lo potrebbe trovare anche nel prossimo futuro ) un forte riscontro, e apparentemente anche una sostanziale condivisione, nel documento Linee Guida del Governo per l’Università del 6 novembre 2008, nel quale si scriveva: “ Il Governo ritiene indispensabile affrontare il tema del valore legale del titolo di studio. Si tratta infatti di un istituto le cui ragion d’essere, oggi, sembrano ad alcuni superate da una realtà in cui conta soprattutto poter fornire agli studenti, alle famiglie, ai datori di lavoro, dati certi sulla qualità dei corsi e delle strutture. La prospettiva, l’accreditamento, deve quindi farsi carico di garantire il valore sostanziale dei titoli rilasciati dagli atenei, superando una concezione formalistica che è anche causa non ultima di alcune degenerazioni del sistema.”  Noi di RTS aggiungiamo che tali Linee Guida all’epoca valide per l’Università, oggi  potrebbero trovare facili riscontri politici anche per il sistema scolastico.


Aldo Domenico Ficara