Si riporta uno stralcio ( molto
indicativo ) di un articolo pubblicato sul
sito web ROARS, che descrive il sentiero che sta portando l’istruzione pubblica
del nostro Paese verso lidi mai esplorati. Una riflessione centrata sul concetto
di corruzione linguistica, un vero e proprio campanello d’allarme da non
trascurare. Il pezzo scelto recita così:
“ La scuola e l’Università hanno come
loro principali obiettivi quelli di formare cittadini consapevoli, di fornire
gli strumenti per acquisire conoscenze e competente e, ci si augura, per far
crescere il sapere. In altri termini il ruolo dell’Università dovrebbe aiutare
le persone a sviluppare un pensiero critico e autonomo a partire dai saperi già
codificati. Al contrario le aziende hanno come loro principale obiettivo il
profitto. Detto brutalmente producono cose o servizi (cercando di farlo sempre
meglio) per vendere e, in ultima istanza, guadagnare. Si tratta di due visioni,
due mondi apparentemente lontani e per alcuni versi inconciliabili e, invece, è
venuta avanti una visione aziendalista e
produttivista del sapere, basti pensare
all’imbarbarimento linguistico che ne è derivato: crediti, debiti, clienti,
prodotti, customer satisfaction, stakeolders. Si tratta di una vera rivoluzione
che prosegue inesorabile. Non è vero dunque che non vi è una visione dietro
questi processi che sono guidati invece dal paradigma del mercato e
dell’economia che ha sovrastato qualsiasi progetto di società che mettesse al
centro l’uomo e la persona. Si tratta, al contrario, di rivendicare l’utilità
dell’inutile per dar senso all’esperienza umana e rilanciare la centralità
della libertà, della partecipazione e della democrazia. Si è invece imposto il
modello del pensiero unico e omologato, avanza in tutta la sua pericolosità la
mitologia della meritocrazia, vengono incentivate la competizione e la
concorrenza anche tra studenti a partire dai primi livelli della scuola “.
La
speranza di molti insegnanti è quella che la centralità della libertà, della
partecipazione e della democrazia possa essere rilanciata dalla vittoria del
NO al prossimo referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.
Aldo Domenico Ficara