In un commento di una nostra lettrice
all’articolo su Lydia Ferguson, docente di 39 anni, che si è dovuta dimettere dalla scuola in cui
insegnava due mesi dopo lo scatto di una foto provocante pubblicata su Facebook,
si fa riferimento all’episodio del 2014 riguardante l’ex ministro Giannini, ritratta in topless in
vacanza. A tal riguardo Stefania Giannini, qualche
tempo dopo lo scatto fotografico durante un dibattito sull'educazione sessuale
nelle scuole dal titolo "Il tempo delle donne", organizzato in
Triennale a Milano, torna sull'affaire delle foto pubblicate nel 2014, per dire
che "questo Paese non ha risolto i suoi tabù". Il ministro, parlando
della necessità di far entrare i temi della sessualità nelle scuole, spiega di
non aver problemi a parlare di sé, "non ho alcuna reticenza, sono una
persona che ha risolto con naturalezza il suo rapporto con il corpo". La
differenza quindi non sta nelle foto, ma nella ostentazione delle stesse. Se un’insegnante
inglese mette le sue foto provocanti ( senza nudità ) in Facebook, vuole
mettersi in evidenza ed è condannata dalla propria scuola con la sospensione
dal servizio, mentre se un ministro dell’istruzione italiana è fotografata in topless in spiaggia, non ostenta
il suo nudo nei social e non viene invitata da nessuno alle dimissioni ( soltanto dopo il referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre 2016 non fu riconfermata alla conduzione di Viale Trastevere ). Insomma è solo una
questione di social? Verrebbe da dire: Paese che vai costumi che trovi.
Aldo Domenico Ficara