Facciamo una sorta di gioco, immaginando
quale sia il voto più utile al mondo scolastico, ovvero quali siano le
percentuali di voto utili alla scuola italiana che usciranno dalle urne dopo il 4 marzo 2018. Se il PD
dovesse superare la soglia del 30%, diventando di fatto il primo partito in parlamento, le
logiche della Buona Scuola continuerebbero così come è stato negli ultimi 4
anni. Se il centro destra dovesse superare il 40% tornerebbero i tagli lineari,
verrebbe arricchita di commi la legge Brunetta per dare stallo ad una categoria
considerata a torto piena di fannulloni, per non parlare delle politiche di parità
tra scuola statale e scuola privata ( chiaramente a vantaggio della seconda ).
Il Movimento cinque Stelle oltre il 40% dovrebbe trovare alleanze per abrogare
tutta la legge 107/15 ( vedi la Lega ), quindi correndo da solo per tenere fede
alle promesse elettorali auspica di
superare il 50% ( cosa non facile ). Attenzione alle larghe intese tra centro destra e Partito
democratico, perché superando il 50% potrebbero rincarare la dose verso le pensioni
oltre i 67 anni per tutto il personale della scuola, al pari dei licei a 4 anni
e degli aumenti di orario settimanale per gli insegnanti ( più volte stoppate
dai sindacati ). Non dimentichiamoci di LeU che aspira ad una percentuale a
doppia cifra.
In conclusione per la scuola sarebbe
auspicabile che centro destra e Pd non
superino insieme il 50% ( il centro destro sotto il 34% e il PD sotto il 16%, che il M5S faccia bottino pieno sopra il 35% e che Leu
arrivi in doppia cifra. Non dimenticando il possibile successo elettorale di +
Europa di Emma Bonino, che dovrebbe ( bene per la scuola ) superare la soglia del 3%.
Ma questo è solo un gioco di numeri e
percentuali che ha la vita di un battito di ali, ma potrebbe dare spunto ad una
serie di riflessioni ante voto dentro e fuori il mondo della scuola.
Aldo Domenico Ficara